Vi proponiamo altri 5 articoli che ci sono piaciuti e che secondo noi dovreste leggere. Come al solito vi ricordiamo che non sono articoli scritti da noi, ma ci hanno colpito, interessato, incuriosito, per cui li riproponiamo molto volentieri, senza tante strategie di marketing o sottotesti nascosti.
Semplicemente quando troviamo qualcosa che merita (e che magari avremmo scritto anche noi) ci piace condividerla per farlo arrivare a più gente possibile.
Trovate tutte le puntate della rubrica a questo link.
1- “Invalid Litter Dept. degli At The Drive-In è un inno contro la violenza sulle donne” di Nicholas David Altea (Rumore)
Ci piace perché: è un articolo che parte da una canzone arcinota per sollevare, descrivere, analizzare un tema importante, doloroso e purtroppo sempre attuale, quello della violenza sulle donne: se ne parla a poco a poco sempre di più, ma è sempre troppo poco rispetto a quanto servirebbe. Il caso di Ciudad Juarez è emblematico e ci fa inorridire ma non vogliamo chiudere gli occhi davanti ad una situazione tragica come questa.
Un video: scelta obbligata ma che facciamo con grande piacere visto che si parla di un gruppo grandioso, un disco enorme, una canzone perfetta.
2- “Musical Toys That Ended Up on Pro Records” di Adam Douglas (Reverb.com)
Ci piace perché: mette in luce una carrellata di pezzi accomunati da un aspetto bizzarro, e cioè dal ricorso a giocattoli (più o meno musicali) in fase di registrazione. Non sempre strumenti migliori fanno canzoni migliori, alle volte è necessario pensare out of the box!
Un video: Genetic engineering degli Orchestral Maneuvers In the Dark è caratterizzata dall’utilizzo dello Speak & Spell di Texas Instruments, da noi conosciuto con il nome di Grillo Parlante (sì, un nostro redattore ne ha ancora uno funzionante e originale, che da bambino ha usato fino allo sfinimento – lo sfinimento da parte dei suoi genitori ovviamente).
3- “Enrico Gabrielli, la fatica gioiosa della musica” di Alberto Campo (Il Tascabile)
Ci piace perché: un artista eccezionale, in personaggio poliedrico, unico. La lista delle band in cui ha suonato e degli artisti con cui ha collaborato è lunghissima. Si definisce un “operaio soddisfatto” nel campo della musica ma anche un “disegnatore mancato”. Una frase che ci ha lasciati di stucco: «Fino al 1999 non avevo ascoltato niente che non fosse classica e dunque del rock non sapevo nulla: Nirvana e Soundgarden li ho sentiti per la prima volta nel 2006».
Un video: Giulia Mon Amour dei Calibro 35, un video bellissimo in stile anni ’60 che, tra hard-boiled, poliziottesco e nouvelle vague, richiama in modo perfetto i riferimenti visivi e musicali della band.
4- “«I’m so glad you guys exist!» Carrie Brownstein meets the Linda Lindas” di Annie Zaleski (Guardian)
Ci piace perché: Carrie Brownstein (Sleater-Kinney, Wild Flag, Portlandia) incontra e intervista le Linda Lindas, giovanissima all-female punk band salita alla ribalta da poco e già sotto contratto con Epitaph.
Un video: inizialmente pensavamo di proporre Sexist racist boy, il brano che le ha lanciate. Ma abbiamo scelto questa grande accoppiata di cover di Rebel Girl delle Bikini Kill e Big Mouth delle Muffs.
5- “The godmother of soul” di Rosanne Cash (Oxford American)
Ci piace perché: parla di Sister Rosetta Tharpe, la prima grande star del gospel, l’original soul sister, la primogenitrice del rock’n’roll. È stata capace di influenzare Little Richard, Johnny Cash, Carl Perkins, Chuck Berry, Elvis Presley e Jerry Lee Lewis, scusate se è poco.
Un video: Strange Things Happening Every Day è stato il suo più grande successo: registrato nel 1944 e pubblicato come singolo dalla Decca nel 1945, è stato il primo disco gospel a diventare un successo nella classifica “race record” (il termine poi usato per quella che in seguito divenne la classifica R&B) fino a raggiungere il secondo posto nella classifica di Billboard.