Brevi considerazioni sull'originale viaggio nel mondo della musica a firma di David Byrne.

Brevi considerazioni sull’originale viaggio nel mondo della musica a firma di David Byrne, edito da Bompiani e con traduzione di A. Silvestri (Bompiani, 2014 – 376 pagine)

David Byrne, famoso soprattutto per i Talking Heads e le collaborazioni con Brian Eno, indossa i panni della guida, del narratore ed addetto ai lavori sviluppando un vasto discorso relativo al mare magnum della musica ed il suo funzionamento. Gli aspetti trattati sono molteplici e vengono analizzati dall’autore attraverso una duplice prospettiva. La prima è quella del testimone e conoscitore dell’argomento, mentre la seconda è quella del diretto interessato e del comune appassionato.

I differenti punti di vista riflettono l’essenza di Byrne. Musicista, artista visuale, etnomusicologo, regista, autore teatrale, scrittore ed appassionato di musica(oltre che attore, vincitore di un Oscar, Grammy e David di Donatello). Questa poliedricità è alla base di questo saggio, che funge da bussola e da efficace guida introduttiva sul mondo della musica. Infatti getta le basi e fornisce le nozioni principali, senza soffermarsi in maniera eccessiva sul singolo argomento ma risultando esaustivo e piacevole. La narrazione, spesso in prima persona ed arricchita dagli aneddoti di Byrne, combina un linguaggio discorsivo e leggero ma allo stesso tempo didattico.

David Byrne, courtesy of Davidbyrne.com

 Un assaggio, sintetico e riduttivo, di alcuni argomenti affrontati:

  • La questione delle royalties e le tipologie dei contratti, con tanto di grafici e composizione degli introiti; 
  • L’impatto dell’architettura e dello spazio fisico sullo sviluppo musicale. La funzione delle cattedrali nella musica medievale come cassa di risonanza per i canti gregoriani. Le poliritmie africane, invece, in spazi del genere risulterebbero frustrate  perché disturbate dai riverberi e dalle geometrie delle volte e degli angoli. Lo stesso concetto è alla base della creazione di auditorium, sale per concerti o semplici rock club;
  • Il processo di scrittura, tra parole e suoni. Ovvero come un predicatore televisivo abbia influenzato il testo di Once in a Lifetime. Questo brano è anche analizzato nel paragrafo su coreografie, teatro, ballo e musica.
  • Lo sviluppo delle tecniche di registrazione e l’avvicendarsi delle tecnologie in ambito di fruizione della musica. Lo spauracchio delle musicassette viste come un pericolo per la “musica”, fomentato dalle case discografiche negli anni ‘80. In tema di mixtapes una lettura del nostro articolo a tema è d’obbligo. [QUI]
Logo con lo slogan ufficiale della campagna antipirateria, lanciata nell’Ottobre del 1981 dalla British Phonographic Industry (BPI).
  • L’intero capitolo ottavo che spiega come far nascere una scena musicale, in una decina di paragrafi, tra cui la fondamentale necessità di lasciare gli artisti esordienti liberi di suonare dal vivo la propria musica. Gli affitti bassi per i musicisti, all’interno dello stesso quartiere, è un ulteriore elemento di sviluppo così da non dover trovare un secondo lavoro per pagare un affitto e che andrebbe a discapito del tempo da dedicare alla creatività.
  • Le teorie di Adorno e le considerazione sul pop come strumento nelle mani del capitalismo, in quanto elemento centrale della Kulturindustrie 

Ho dedicato alla musica la mia vita adulta. Non era quello il programma, e all’inizio non era neppure un’ambizione seria, ma alla fine è andata così. Un caso molto fortunato, a mio modo di vedere. Però fa un effetto strano, rendersi conto che buona parte della propria identità è legata a qualcosa di assolutamente effimero. La musica non si può toccare – esiste solo nell’istante in cui viene percepita – e tuttavia è in grado di mutare profondamente il modo in cui vediamo il mondo e il nostro posto al suo interno. La musica può aiutarci a superare i momenti difficili della vita trasformando il modo in cui percepiamo noi stessi e ciò che ci circonda. È roba forte.

Note dolenti:

Bisogna ammettere che in alcuni capitoli la lettura risulti arcigna o non particolarmente scorrevole, chiedendo al lettore uno sforzo per il superamento delle pagine. Ma fortunatamente questi episodi sono sporadici. Infine è evidente che talvolta il punto di vista di Byrne pecchi di presunzione. Ma è comunque David Byrne. Non certo “il scemo di turno”, per citare un allenatore in una famosa conferenza stampa in Grecia.

In conclusione

Il libro offre decine di spunti che non potranno lasciare indifferente un appassionato di musica. La sola galleria fotografica a corredo giustifica l’acquisto: foto di repertorio, cimeli storici (come i fogli su cui vennero scritte i testi dei brani più famosi dei TH) e grafiche create ad hoc, utili per una migliore comprensione delle informazioni

Come funziona la musica” è un viaggio, tra coordinate sonore, storiche e geografiche, che non dovete assolutamente lasciarvi scappare. Il prezzo contenuto (19 euro) e la facile reperibilità rendono obbligatorio l’acquisto.

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